È costituito da una catena o da un laccio con due anelli montati alle estremità. I collari a strozzo rappresentano un sistema arcaico e dannoso che, anni fa, gli allevatori utilizzavano per gestire i cani poco mansueti. Facendo leva sul corpo dell’animale quando questo comincia a tirare il guinzaglio, la catena tende a stringerglisi intorno al collo. Il dolore provocato dal funzionamento del collare a strozzo placa gli istinti del cane. Non è raro, poi, che i padroni stessi decidano di tirare volontariamente il guinzaglio per provocare il medesimo effetto nel tentativo di domare il cane.
Oggi, il collare a strozzo viene, ovviamente, considerato un oggetto di violenza e autoritarismo con cui il padrone non fa altro che prevalere su un animale che, di fatto, gli rimarrebbe fedele nonostante tutto. Insomma, questo sistema è davvero sorpassato, essendo stato appurato col tempo che, il collare a strozzo non educhi il cane e che, addirittura, possa incattivirlo, suscitando sentimenti di rabbia provenienti dal tradimento e dalla tortura rappresentati dal collare a strozzo.
Dati i problemi che il collare a strozzo può creare nell’animale, anche in termini psicologici e non soltanto fisici, esso è stato reso illegale in alcune regioni d’Italia. Purtroppo, però, sulla stragrande maggioranza del territorio nostrano, esso è legale, con alcuni addestratori che, a tutt’oggi, si dicono favorevoli al suo utilizzo. Per quanto riguarda la Campania, l’Umbria e il Lazio, invece, queste regioni si sono proclamate contrarie al loro utilizzo, vietandolo entro i confini territoriali.
Dove il collare a strozzo è vietato
La decisione di vietare il collare a strozzo è stata presa prima da Umbria e Campania a cui, successivamente, ha seguito il Lazio. Ci sono delle vere e proprie normative regionali, attualmente in vigore, che puniscono coloro che adottano questo strumento con sanzioni pecuniarie che arrivano anche a 2.500 euro. Al momento Liguria, Sicilia e Basilicata non si sono espresse riguardo il divieto d’utilizzo del collare a strozzo, mentre Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Abruzzo e Puglia hanno vietato di tenere il cane in catene, pur presentando alcune deroghe non esattamente chiare, né tantomeno circostanziate.
Purtroppo, sul suolo nazionale, le istituzioni governative hanno fermato l’avanzamento di una proposta di legge che rendesse illegale il collare a stronzo da parecchio tempo, lasciando i cani alla mercé degli allevatori e dei padroni più sconsiderati.
Questo sistema, lo ribadiamo, è pura barbarie, soffoca l’animale e gli fa del male nel tentativo, chiaramente vanificato dalla violenza, di educarlo. L’addestramento dei cuccioli e la rieducazione dei cani dominanti non ha riscontrato miglioramenti, negli anni, attraverso l’utilizzo dei collari a strozzo. La coercizione spezza la fiducia tra animale domestico e padroni, inutilmente. Oggi, infatti, esistono delle pratiche di gran lunga più sane per educare l’animale senza violenza.
Metodi alternativi e non violenti
Prima di scoprire i metodi alternativi e non violenti al collare a strozzo, ci sentiamo di sconsigliare qualsiasi altra pratica simile come il semi-strozzo, utile solo per scopi medici e, composto da una catena, generalmente in nylon, tessuto o cuoio che, alle estremità, presenta degli anelli. La seconda parte della catena, poi, passa attraverso gli anelli, delimitando così l’azione stringente del collare. Così facendo, lo strozzamento dovrebbe essere minore rispetto ad un sistema convenzionale.
In ogni caso, la recente normativa nel Lazio ha vietato l’utilizzo di questi strumenti, a meno di interventi chirurgici che richiedono il riposo forzato. Comunque sia, per poterlo utilizzare nella regione, sarà necessario consultare prima il veterinario che ha eseguito l’operazione. Quando siamo in presenza di cani troppo vivaci o, addirittura, aggressivi, occorre focalizzarsi sul comportamento del cane, tentando di risolvere il problema che rende il cane tanto ribelle.
Quando un animale ha temperamento dominante o, magari, manifesta rabbia in determinate circostanze a causa di traumi passati e mancanza di fiducia nei confronti degli umani, allora bisognerà rivolgersi ad un esperto che saprà comprendere e agire sul comportamento dell’animale, modificandolo. Se, invece, l’animale non si fida del proprio padrone, sempre, magari, a causa di un trauma subito in passato o, dopo aver utilizzato il collare a strozzo o aver incrinato involontariamente il rapporto con lui, allora si dovrà ricostruire il rapporto con pazienza, amore e, quando opportuno, seguendo un percorso di terapia.
Infine, quando il cane è aggressivo con altre persone, poiché, magari, non è stato abituato a convivere con degli estranei, allora si dovrà lavorare sul suo carattere, abituandolo gradualmente a volti familiari come quelli di amici e parenti che vengono spesso a trovare i padroni o, quando gli ospiti manifestano paura per l’animale, educarlo a rimanere in spazi adeguati in via assolutamente temporanea. In conclusione, come abbiamo visto è possibile risolvere in molti modi le vicissitudini psicologiche e le problematiche ad esse relative nel proprio amico a quattro zampe, senza dover necessariamente ricorrere ad una pratica obsoleta, violenta e, in alcuni casi, illegale.
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